Giuseppe Verdi volle la costruzione a Milano di una residenza per musicisti e cantanti a riposo. Con il passare degli anni le richieste di accesso crebbero e l’amministrazione delle Fondazione Giuseppe Verdi dovette ampliare gli spazi di servizio della struttura.
Nel 1925, lungo la via Sanzio nell’area del giardino della “Casa di Riposo per Musicisti”, venne realizzato un nuovo edificio denominato “La Villetta”, su progetto dell’ingegnere Gaetano Noli Datterini che, per continuità stilistica, ripropose lo stesso linguaggio architettonico dell’edificio principale costruito da Camillo Boito.
L’articolazione volumetrica, giocata con innesti di balconate e avancorpi, la scelta dei materiali e l’uso di intonaci colorati con la tecnica a “graffito” rispecchiano in pieno il gusto liberty.
La ricerca storica e l’indagine di restauro, hanno messo in evidenza che, mentre la destinazione d’uso dell’edificio e le parti interne vennero modificate nel corso degli anni, le facciate dell’immobile non furono mai oggetto di interventi di trasformazione.
Attraverso l’analisi sullo stato di conservazione dell’edificio, è stato evidenziato che i prospetti esterni necessitavano di un intervento di restauro delle superfici murarie e di manutenzione straordinaria dei serramenti: percolazioni, attacchi biologici, guano di piccione, cadute di intonaco e depositi di sostanze inquinanti erano fenomeni diffusi. Trattandosi di superfici polimateriche, le tipologie d’intervento sono state studiate in modo differenziato a seconda del materiale su cui si è intervenuto e dello stato di conservazione del materiale stesso. La conoscenza dei materiali e del loro stato di conservazione è stata la condizione necessaria per progettare i corretti interventi di restauro.
Le operazioni previste sono state finalizzate a ridurre l’incidenza delle azioni di degrado sulle superfici, utilizzando materiali il più possibile compatibili con l’originale e, se non del tutto reversibili, quanto meno atti a garantirne la ritrattabilità nel futuro. A causa dell’azione di dilavamento dell’acqua meteoritica, la pietra arenaria, gli intonaci, le decorazioni a graffito ed i serramenti si trovavano in stato di avanzato degrado.
Il progetto di conservazioni delle superfici esterne è stato sviluppato in collaborazione con la Dott.ssa Anna Lucchini e con la super visone dei Funzionari della Soprintendenza ai Monumenti di Milano.
La direzione lavori è stata affidata all’Arch. Luigi Emanuelli.