ex "Cinema al Parco" Gandino

Un ex cinema degli anni ’60 in disuso rinasce come centro poliedrico

Attorniata da dimore di antiche famiglie laniere, che dal XV al XVIII secolo resero Gandino celebre in tutta Europa, una ex sala cinematografica degli anni ’60 verrà adeguata alle nuove esigenze della collettività: una sala polivalente, una sorta di piazza coperta, ospiterà conferenze, proiezioni, concerti, mostre, oltre alle numerose manifestazioni di promozione del territorio, proposte dall’amministrazione comunale.

 

Posto sulla Piazza Santa Croce, l’edificio si trova sulla via principale in posizione baricentrica del centro storico del paese, poco distante dalla piazza centrale del paese, dal palazzo del Comune e dalla Basilica di Santa Maria Assunta ed inserito nel parco pubblico.

 

Con il progetto, realizzato su incarico della Provincia di Bergamo, si è voluto conservare l’edificio della sala cinematografica: realizzato negli anni ’60 e caratterizzato da una buona acustica, si è voluto riconoscerne il valore simbolico e la testimonianza architettonica a memoria di un particolare momento storico di grandi trasformazioni, periodo in cui l’attività cinematografica ebbe un importante ruolo, sia dal punto di vista culturale che come collante sociale, per una nazione in ripresa dopo la Seconda guerra mondiale.

 

Si è ripensata la relazione dell’edificio verso il parco e verso la piazza, si sono rivisti gli andamenti dei percorsi che dalla Piazza di Santa Croce conducono al parco, si è creata una balconata piana fuori dalla sala del cinema che affaccia sul parco. Tutti i nuovi percorsi esterni sono in continuità fra di loro, studiati per superare il dislivello tra la quota del verde e la quota della piazza.

 

Un volume basso, coperto da una tettoia semicircolare con lucernari rotondi, è stato progettato per ampliare il foyer e creare una cerniera tra l’ingresso disassato alla sala e la piazza. L’eliminazione di una parte di gradoni, sostituiti da una platea piana, permette di ampliare le funzioni di utilizzo della sala che si presta a diversi assetti.

Il nuovo volume accoglie la biglietteria, i bagni per i disabili ed il guardaroba e l’andamento curvo permette di riallineare gli assi del cinema con quelli della piazza.

Al piano seminterrato sono previsti i servizi igienici e il locale deposito. Una sala musica si troverà al piano primo e al piano secondo la sala prove.

 

Anche i collegamenti verticali sono stati ripensati: la scala esistente a sinistra verrà rifatta con le dimensioni a norma di legge e, a fianco, verrà realizzato un vano ascensore di collegamento dal piano interrato al piano sottotetto, che potrà essere utilizzato anche dai fruitori del parco per superare il dislivello che porta alla piazza.

 

Quando l’edificio venne costruito non si tenne in conto né del forte impatto del volume della sala sulle case vicine né della presenza del parco. Il progetto prevede di valorizzare e risolvere il tema della relazione tra sala cinematografica e zone adiacenti: apertura di tre grandi nuove finestre con pensilina esterna, realizzazione di una balconata da cui guardare il parco e il panorama, studio delle facciate esterne.

 

In collaborazione con lo scultore Steven Cavagna si è pensato ad un intervento atto a mitigare e a qualificare la facciata verso il parco con un rivestimento con pannelli in acciaio corten, una sorta di bosco che continua diradandosi anche sul prospetto principale verso la chiesa, per poi lasciare spazio ad un murales: “Il concetto artistico del bosco è un tema poliedrico che continua a ispirare e provocare riflessioni. Attraverso la sua rappresentazione, gli artisti riescono a esplorare temi di introspezione, mistero, bellezza e paura. Il bosco diventa così non solo un ambiente naturale, ma un simbolo di esperienze umane universali, un luogo in cui si intrecciano emozioni e significati, invitando ciascuno di noi a scoprire la propria connessione con la natura e con noi stessi.”

 

La progettazione è stata suddivisa per lotti d'intervento, in modo da poter realizzare l'opera nel corso degli anni, in base all’esigenza della collettività. In questo modo, parallelamente, si può pianificare la programmazione dello spazio polivalente.

Progetto Arch. Marco Paolo Servalli - Arch. Stefania Miriam Bielli - consulenza artistica Steven Cavagna